Rosa

Fiori di ferro

quando di rosa ho sognato,
ho visto di ferro i suoi fili
di nero i miei segni
e ho pianto

quando di rosa ho segnato,
ho pianto i miei sogni

il ferro ho piantato
il pianto ho dipanato

di rosa
il ferro
ho toccato.

Testo critico - La poetica dell’incanto - di Paola Barbara Sega

Le Rose di Ferro sembrano toccate da un fatale destino, come se una fata malefica le avesse  costrette per sempre a rendere infinita, cupa e immortale la loro caduca freschezza. Infatti spesso la rosa venne presa come simbolo soprattutto dai grandi artisti artigiani del ferro del periodo dell’ Art Nouveau e penso al famoso Mazzuccottelli. L’artista si serviva di questa “immagine – simbolo”, non solo per adornare inferriate e balconi dei palazzi e dei villini protoborghesi, ma  le rose di ferro compaiono spesso raggruppate corredate di sottili steli oppure in grandi vasi nei nobili e austeri cenotafi costruiti a cavallo del secolo nei cimiteri di molte città. Le Rose di Ferro tuttavia, sono il segno più evidente della poetica dell’incanto della nostra artista, sono costruite con magica perizia, tanto da smentire la famosa frase di Susan Sontag secondo la quale “il pittore costruisce, il fotografo rivela”.